Antonello da Messina
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Polittico di S. Gregorio

Madonna col Bambino o del Rosario tra i Santi Gregorio e Benedetto - Angelo Annunciante e Annunciata

Datazionefirmato e datato 1473
Tipo di oggettoTavola
Materia e Tecnica
Dimensionicm 170 x 203 complessivi
CollocazioneSala Antonello da Messina - Museo regionale Messina (Accascina)
Provenienza Prov. Museo Civico, già nella Chiesa di San Gregorio
Numero di inventario548

Descrizione e approfondimenti

Il Polittico di San Gregorio detto anche del Rosario fu commissionato ad Antonello da Messina da Fabria Cirino, Badessa del monastero di Santa Maria extra moenia. Era originariamente composto da sei tavole raffiguranti al centro La Madonna in trono col Bambino e angeli reggicorona, detta del Rosario, cosi come identificata dal simbolo iconografico, il Rosario, che poggia in basso sul gradino, ai lati i Santi Gregorio e Benedetto , nel registro superiore l’Angelo Annunciante e la Vergine Annunciata,  la tavola centrale della cimasa, che probabilmente raffigurava il Cristo morto sorretto dagli Angeli, è andata perduta.

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Il polittico è datato e firmato, in un cartellino ripiegato posto ai piedi della Vergine si legge l’iscrizione “Ano dm m° ccc° sectuagesimo tercio/ Antonellus messanensis me pinxit” e documentato da un atto del 9 marzo 1473 e ai piedi di San Gregorio è dipinto lo stemma della committente.

La cornice che probabilmente secondo lo stile del tempo inglobava l’intera opera in una macchina lignea riccamente decorata è anch’essa mancante.

In quest’opera, Antonello, pur mantenendo scelte strutturali  e formali legate alle arcaiche composizioni del secolo precedente in cui il contesto narrativo era diviso in più tavole all’interno delle quali i soggetti raffigurati erano autonomi e distanti tra loro, mantiene il fondo oro ma lega lo spazio creando un unico ambiente, grazie alla pittura rivela uno  spazio continuo una scatola  prospettica, un basamento unico che passa da una tavola all’alra. La materia conserva la preziosa resa nei tessuti e nei dettagli dei paramenti. L’intera composizione, la solennità del racconto, unita a evocazioni della cultura fiamminga, fanno di quest’opera una dei massimi capolavori della cultura rinascimentale.

 

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