Rinascimento
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Madonna con bambino

detta Madonna degli Angeli

Datazione1508
Tipo di oggettoScultura
Materia e Tecnicamarmo bianco di Carrara
Dimensioni
CollocazioneSala Rinascimento - Museo regionale Messina (Accascina)
Provenienza Chiesa di San Francesco d’Assisi

Descrizione e approfondimenti

La Madonna col Bambino (detta Madonna degli Angeli) è una scultura in marmo bianco di Carrara realizzata nel 1508 da Antonello Gagini.

Danneggiata in più parti, la statua proviene dalla chiesa di San Francesco d’Assisi, dove era collocata nella sesta cappella a destra. Come attestano i documenti, faceva parte della decorazione di una cappella commissionata dal mercante Carlo De Rosa nel 1500, che in origine prevedeva un dossale d’altare marmoreo alto più di quattro metri, con una Madonna col Bambino e un “trono” di angeli e serafini nella parte superiore.

Il monumento finale, consegnato nel 1508, fu certamente molto ridimensionato, ma doveva prevedere almeno una edicola marmorea dove la era inserita la nostra statua, che infatti non è lavorata sul retro.

La Madonna regge il Bambino sul braccio sinistro mentre la mano destra, mutila delle dita, tiene un pomo, allusione al peccato originale ma anche alla salvazione dell’umanità. La testa è leggermente piegata a sinistra, verso il Bambino, mentre con dolcezza rivolge lo sguardo all’immaginario fedele in invocazione davanti a Lei. Il Bambino alza la manina destra benedicente, anch’essa mutila di alcune dita, e con l’altra tiene un uccellino del quale restano solo frammenti.

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L’opera è uno dei raggiungimenti più alti della fase giovanile di Antonello Gagini. Rispetto alla produzione precedente, come la Madonna di Bordonaro (chiesa S. Maria delle Grazie), dimostra adesso di essere pienamente inserito nel rinascimento maturo per l’equilibrio compositivo e l’ampiezza e morbidezza del modellato, ispirati ai modelli di Benedetto da Maiano, che Gagini poté conoscere in Toscana o a Napoli. In particolare, è innegabile il rapporto con l’altorilievo di Benedetto da Maiano della Madonna col Bambino di Terranova Sappo Minulio (Reggio Calabria), modello che il Gagini riprende anche negli esemplari di Amantea (chiesa di San Bernardino) e di Nicotera (chiesa madre) , che precedono cronologicamente la nostra. Questa potrebbe dunque considerarsi una evoluzione sul tema, con l’aggiunta degli elementi simbolici, come il pomo e l’uccellino.

Nella Madonna degli Angeli Antonello Gagini non trascura alcun dettaglio: dalla veste ai monili, alla resa del panneggio. Il manto, trattenuto dalla Madonna per un lembo a formare un comodo cuscino per il Bambino, ricade poi giù, con profonde ondulazioni, in un elegante profluvio di pieghe. La stessa eleganza si nota nel ricasco del velo sul braccio destro .

Nell’opera è anche percepibile l’eco degli avanzamenti in pittura degli eredi di Antonello, che Gagini conosceva personalmente, ad esempio di Salvo d’Antonio, per lo studio sulla figura stante dal panneggio strutturato e volumetrico, come nella dispersa Santa Lucia di Castellammare , ma sembra di cogliere anche echi da Raffaello nella delicata modulazione del modellato, tanto nel panneggio quanto negli incarnati, e nell’alto valore affettivo della comunicazione tra Madre, Figlio e osservante.

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