Caravaggeschi
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Commiato Santi Pietro e Paolo

Rodriguez

Datazione1617-1620
Tipo di oggettodipinto
Materia e Tecnicaolio su tela
Dimensionicm 261x191 (HxL)
CollocazioneSala Caravaggeschi - Museo regionale Messina (Accascina)

Descrizione e approfondimenti

Il Commiato dei Santi Pietro e Paolo prima del martirio di Alonzo Rodriguez è un dipinto ad olio su tela alto cm 261 e largo cm 191.

La sua provenienza originaria è la chiesa di San Rocco, distrutta nel 1908.

Il soggetto si deve interpretare come il Commiato tra i Santi Pietro e Paolo prima di essere martirizzati: Pietro morirà crocifisso a testa in giù, Paolo decapitato con la spada.

Hanno già il busto e le braccia bloccate da corde e catene tenute da due sgherri, ma nonostante questo, trovano la forza di avicinare le teste e salutarsi con un bacio.

Dietro si intravedono due figure che fanno parte del corteo che doveva accompagnarli nei luoghi del martirio: un soldato con lancia ed elmo piumato e un suonatore di tromba, personaggio ricorrente nei cortei trionfali o di accompagnamento dei condannati a morte.

L’opera si trovava nella chiesa distrutta di San Rocco, con il Miracolo di San Rocco,  sempre del Rodriguez (oggi nel deposito dipinti del nostro Museo Regionale).
Gli studiosi hanno rilevato nel Commiato confronti con le opere del periodo estremo del Caravaggio e dei caravaggeschi napoletani, come Battistello Caracciolo. Per questo si suppone che sia stato eseguito dopo un soggiorno del Rodriguez a Napoli, da collocare poco prima del 1617, anno del Cenacolo oggi al Municipio. In questo caso il Commiato si dovrebbe datare negli anni 1617-1620.

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L’opera mostra, forse meglio delle poche altre sopravissute del pittore, le varie componenti della sua cultura figurativa: da Caravaggio alla pittura veneta, a quella romana e napoletana, compresa la conoscenza dei caravaggeschi nordici e spagnoli. È anche uno dei dipinti più significativi del caravaggismo siciliano per carica drammatica e valori pittorici: elementi questi ultimi che un tempo portarono all’attribuzione dell’opera alla cerchia del Guercino e poi a Battistello Caracciolo.
Rispetto al primo stile del pittore, come quello espresso ad esempio dalla Cena in Emmaus – vicina ai modelli, anche romani, del maestro, e caratterizzata da un realismo crudo e analitico –
nel Commiato compare una prima revisione del caravaggismo in chiave classicista, nella quale trovano spazio una nuova ampiezza compositiva, una resa più plastica e vigorosa delle anatomie, un impianto chiaroscurale netto ma atmosferico, un tono emotivo tendente al patetico. L’attenzione per i dettagli e per le fisionomie tratte da modelli reali e sempre molto alta: basti guardare alla testa di San Pietro con il collo abbronzato da pescatore o alla maestria pittorica impiegata nella resa della fusciacca annodata sulla testa dello sgherro di sinistra, o ancora al ritratto dal vero dello sgherro di destra con il copricapo azzurro.

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