Collezione: Quattrocento
Messina, città portuale vivace ed intraprendente tanto dal punto di vista commerciale che imprenditoriale, conferma nel Quattrocento il suo ruolo di guida nella Sicilia Orientale e un primato culturale che condivide con Palermo e partecipa attivamente agli scambi nel Mediterraneo promossi dalla politica intellettuale di Alfonso d’Aragona incoronato nel 1416 dopo la dominazione angioina rappresentata dal re Renato.
Gli Angioini governati da Renato avevano orientato la cultura figurativa verso l’area Franco – Provenzale mentre Alfonso la arricchisce di apporti catalani- fiamminghi che, trasferiti in Sicilia , saranno le basi della vicenda stilistica delle opere di Antonello e dei suoi seguaci. Dopo la morte di Alfonso, giungono in Sicilia e a Messina una schiera di artisti orientati verso un linguaggio rinascimentale anche nella scultura. Segnare l’inizio del quattrocento con cesure e motivazioni che argomentino le distanze con il secolo precedente sarebbe un pregiudizio e la lettura della produzione artistica non risulterebbe autentica, considerato che ancora agiscono e sono visibili elementi borgognoni coniugati ad uno stile tardo romanico – francese. All’inizio del secolo contemporaneamente al linguaggio tardo gotico si avvia l’adesione al classicismo importato dai marmorari che giungono dal continente. Questi scultori utilizzano nelle loro opere il marmo di Carrara e ricevono commissioni per la realizzazione di monumenti funerari , altari, cappelle e portali eseguiti con un evidente interesse verso l’antico, analoga cosa avviene a Palermo dove l’architettura tardo gotica si coniuga con la scultura rinascimentale. La lastra marmorea raffigurante La Madonna col Bambino attribuita a Desiderio da Settignano rivela la componente toscana ma anche un linguaggio composito informato di elementi stilistici individuati nell’Arco di Alfonso d’Aragona a Napoli e quindi potrebbe essere stata eseguita da uno degli artisti attivi prima a Napoli e poi trasferitisi in Sicilia.
Lo stile del Laurana diventa un linguaggio assai diffuso come nel Frammento con Angelo Musicante attribuito a Pietro de Bonitate uno dei collaboratori del Laurana e autore del portale del Duomo che eseguì nel 1468 , rispettando il disegno di Baboccio da Piperno, scultore attivo nell’orbita dei D’Angiò Durazzo al Napoli , da cui potrebbe provenire il nostro frammento che mostra un’adesione a modelli gotici nonostante l’impianto acquisito dal Laurana .Il modello del portale del Duomo ebbe grande diffusione anche aldilà dello stretto come in una serie di portali calabresi ad arco acuto.
Esempio straordinario di questa stimolante congiuntura culturale è il Crocifisso ligneo policromo recuperato dopo il terremoto del 1908 di provenienza ignota che è stato avvicinato all’area iberico – provenzale.