Collezione: Antonello da Messina
Le notizie che riguardano gli anni iniziali della vita di Antonello, dalla data di nascita alla produzione giovanile sino al suo viaggio a Napoli, non sono supportate da apparati documentari ne da fonti che ne avvalorino il percorso, le poche indicazioni, incerte e frammentarie, a cui attingere ,lasciano ad oggi molto lacunoso il ritratto del giovane pittore. Le informazioni sulla famiglia si devono all’apparato documentario ritrovato agli inizi del novecento da Gioacchino Di Marzo e Gaetano La Corte Cailler che ha ristabilito i termini della vita dell’artista con la comprovata certezza del vuoto che riguarda quarant’anni di attività considerato che la prima opera certa, l’Ecce Homo di New York è datata 1470. Percorrendo le tracce lasciate dai documenti sappiamo quindi che fu figlio di Giovanni e Margherita , che il nonno paterno Michele possedeva un ‘brigantino’ e, da un documento del 1436, che la nonna Anna intestava al figlio Giovanni un’abitazione sita in contrada de Ortis. Il nome di Antonello compare per la prima volta in un documento del 5 marzo 1457, probabilmente già sposato con Giovanna Cumminella e già titolare di bottega nella città natale, con il quale gli veniva commissionato un gonfalone , oggi non più esistente, per la Confraternita di San Michele dei Gerbini di Reggio Calabria, scomparso similmente ad un’analoga opera eseguita a Messina.
La data di nascita accolta dagli studi è posta intorno al 1430 , muore giovane con certezza a Messina nel febbraio del 1479 . L’ appartenenza ad una famiglia che operava in modo intraprendente, favorì la sua esuberanza ed il suo desiderio di conoscenza dei più aggiornati fatti della cultura figurativa del tempo, assecondando il progetto del giovane Antonello di svolgere un alunnato a Napoli presso il pittore Colantonio. I margini temporali del tirocinio napoletano sono anch’essi incerti, fondamentale importanza riveste la famosa lettera scritta da Pietro Summonte a Marcantonio Michiel in cui riferisce sulla formazione a Napoli di Antonello nella bottega di Colantonio, uno degli artisti più accreditati della città partenopea. Ad attenderlo sarà l’ambiente artistico franco – borgognone -aragonese informato dei dettami della cultura fiamminga importata dai sovrani Renato D’Angiò prima ed Alfonso D’Aragona dopo, i primi riflessi di Piero della Francesca ed il contatto con Jean Fouquet, cultura che il grande artista assimilò e trasformò in una straordinaria fusione .
Un dipinto, un caso attributivo, che testimonia questa connessione artistica è la Madonna col Bambino ,già nella collezione Salting , da cui prende il nome di Madonna Salting, oggi alla National Gallery di Londra datata tra il 1460 ed il 1470, oggetto di attribuzioni controverse che la volevano ora fiamminga, spagnola, portoghese, poi avvicinata ad Antonello da Herbert Cook infine a lui attribuita per la prima volta con certezza da Roberto Longhi nel 1930 ,attribuzione accolta unanimemente dagli studi successivi.
Nei documenti notarili del 1457 , come già ricordato, è ‘Magister’ ,titolare di commissioni di Gonfaloni per le confraternite ed è confermata la sua presenza a Messina, mentre un altro documento del 1460 lo ricorda di ritorno da un viaggio lungo ,probabilmente nelle fiandre ,nell’Italia centrale e a Venezia assimilando , come rivela la produzione dell’ultimo decennio della sua vita, alla cultura franco fiamminga quella del grande maestro esponente della seconda generazione dei grandi pittori umanisti esperto nella composizione delle strutture prospettiche, Piero della Francesca. Nel 1473 esegue a Messina l’opera commissionata dalle monache del Monastero di San Gregorio datata e firmata ( 1), superba nella realizzazione nella quale si fondono gli elementi della cultura arcaica rappresentati dal fondo oro e dalla divisione in tavole ma ciononostante la lettura dell’ambiente è univoca ,la narrazione è inclusa in un unico contesto spaziale , la prospettiva è geometrica e rigorosa e si affianca ad un’altra opera del 1474 , l’Annunciazione di Siracusa . In questi stessi anni esegue il ‘San Girolamo nello studio’ di Londra. Nel 1475 è attestata la sua presenza a Venezia e ne conseguono i contatti con Giovanni Bellini e la successiva straordinaria produzione: la ‘Pala di San Cassiano del 1476 fino all’ultima opera siciliana il San Sebastiano oggi a Desdra. Nel 1476 Antonello è di nuovo a Messina.
E’ un fatto certo che, nonostante i documenti pervenuti, l’attività di Antonello, sostenuta dalla cronologia delle opere, riguarda gli ultimi nove anni della sua vita cioè l’ottavo decennio del secolo XV ,ormai famoso e considerato tra i maggiori esponenti del Rinascimento italiano.
Il 14 febbraio del 1479 firma il suo testamento e nomina erede universale il figlio Jacobello che ultimò le opere lasciate incompiute a causa della repentina scomparsa del padre.