Le statue di Nettuno e Scilla facevano parte della Fontana del Nettuno, realizzata da Giovan Angelo Montorsoli nel 1557 e attualmente in Piazza Unità d’Italia, dove gli originali sono stati sostituiti da copie ottocentesche, realizzate da Gregorio Zappalà e Letterio Subba. Infatti le due statue erano state danneggiate dai bombardamenti borbonici del 1848 e per […]
Autore/Artista: Giovan Angelo Montorsoli
(Montorsoli 1499- Firenze 1563)
Frate dell’ordine servita, il toscano Giovan Angelo Montorsoli, allievo di Andrea Ferrucci e collaboratore di Michelangelo Buonarroti, fu chiamato a Messina nel 1547 dal Senato cittadino per la realizzazione della Fontana di Orione, con la quale si intendeva celebrare l’imperatore Carlo V e i benefici da questi concessi alla città.
Dopo il completamento di quest’opera, l’artista eseguì altre prestigiose imprese, quali la Lanterna di San Raineri, la chiesa di San Lorenzo (distrutta), l’Apostolato del duomo e la Fontana di Nettuno.
Quest’ultima, dalla quale provengono le due statue di Nettuno e Scilla oggi al Museo Regionale Maria Accascina (sostituite in loco dalle copie ottocentesche rispettivamente di Gregorio Zappalà e di Letterio Subba), rappresenta uno degli esiti più felici della sua produzione e costituisce un’innovazione anche dal punto di vista tipologico: abbandonata la consueta struttura a vasche sovrapposte, Montorsoli inaugura qui un nuovo modello di fontana in cui la statuaria a dimensioni colossali prevale sull’impianto architettonico.
Originariamente collocata nel punto centrale del porto -ma nel 1934 spostata in piazza Unità d’Italia e ruotata di 180 gradi-, l’opera presenta al sommo la statua del dio marino stante e, ai lati, i due mostri in catene di Scilla e Cariddi, con un’evidente allusione alla protezione accordata alla città sotto il dominio asburgico. Tale significato appare sottolineato dal contenuto dei distici composti dal Maurolico, incisi lungo il bordo della vasca.
Per commemorare l’impresa, lo stesso Montorsoli varò il conio di una medaglia, di cui il museo possiede alcuni esemplari recuperati sotto la statua di Nettuno nel 1887.
Durante il suo soggiorno nell’isola, lo scultore progettò anche alcune fontane minori, di cui è possibile identificare la Dama col Liocorno (1551), già collocata dalla salita di San Paolo e il frammento con Tritoni e stemma, proveniente da una fontana ubicata nei pressi del distrutto oratorio di Santa Cecilia.
A Messina Montorsoli ricevette, infine, importanti commissioni private, come le cappelle Cicala e Borsa nella chiesa di San Domenico da cui pervennero al museo i rilievi, raffiguranti rispettivamente il Noli me tangere, la Trinità e l’Annunciazione.