La Madonna col Bambino (detta Madonna degli Angeli) è una scultura in marmo bianco di Carrara realizzata nel 1508 da Antonello Gagini. Danneggiata in più parti, la statua proviene dalla chiesa di San Francesco d’Assisi, dove era collocata nella sesta cappella a destra. Come attestano i documenti, faceva parte della decorazione di una cappella commissionata […]
Autore/Artista: Antonello Gagini
(Palermo 1478-1536)
Figlio dello scultore Domenico, trasferitosi in Sicilia a metà del Quattrocento, Antonello Gagini si può considerare uno dei più celebri artisti siciliani: a lui si deve, infatti, l’innesto dei moduli scultorei del maturo Rinascimento nella produzione plastica isolana e la messa a punto di una formula di piacevole classicismo, diffusa su tutto il territorio attraverso l’ingente produzione della bottega.
Attivo per lo più a Palermo, lo scultore esordì proprio a Messina, dove si stabilì per quasi 10 anni, dal 1498 al 1507/8, avviando, da qui, anche un’intesa produzione per il territorio calabrese.
Fra le opere di questa fase si colloca la Madonna degli Angeli del Museo Regionale Maria Accascina, commissionata già nel 1500 da Carlo de Rosa e originariamente destinata a un altare eucaristico per la chiesa di San Francesco, ma consegnata solo nel 1508. Nonostante i danni subiti, la statua si pone fra i più alti esiti del decennio messinese per la delicata espressività e la morbidezza del modellato.
Una collocazione prestigiosa era prevista originariamente pure per il Tabernacolo, commissionato nel 1504 da Ranieri Romano per il duomo, in cui l’artista utilizza con padronanza l’eredità tardo-quattrocentesca toscana, definendo le sagome con intagli sottili e precisi (oggi al Museo).
Entro i primissimi anni del XVI secolo dovrebbe inserirsi anche il gruppo con l’Annunciazione (invv. 365-366, oggi al Museo), proveniente da un più ampio complesso scultoreo della chiesa di Santa Maria della Scala.
Risalgono, invece, agli ultimi anni di vita dell’artista la statua raffigurante Sant’Antonio, inviata da Palermo nel 1534, già nel complesso benedettino di Santa Lucia del Mela (oggi al Museo) e la lunetta con l’Ecce Homo e simboli della Passione (in deposito), eseguita da Antonello e dal figlio Giandomenico tra il 1530 e il 1532 per la grande custodia eucaristica della chiesa matrice di Marsala (Trapani).